I luoghi del cuore
Quando mi è stato chiesto quali sono i luoghi che mi hanno colpito e affascinato nel mio viaggiare per il mondo, ho ripercorso con la mente strade, sentieri d’acqua e montagne, provando a ricordare quante volte avevo detto “che meraviglia!”
Ricordo ad esempio una notte ai piedi del Picco Lenin quando la luna, un’ incredibile luna, aveva colorato di rosso le montagne.. o mari così trasparenti che le barche che vi navigavano sembravano sospese nel vuoto… o la danza di corteggiamento dei tancho, le gru dalla cresta rossa, nell’isola di Hokkaido… o un’alba tinta di tutte le sfumature del rosa nel Sunderbans, vicino al delta del Gange.
Tanti momenti indimenticabili, meravigliosi…
La maggior parte delle meraviglie sono capolavori della natura, scenari davanti ai quali è impossibile sottrarsi alle fascinazione, o piccoli gioielli costruiti dall’uomo, architetture perfettamente integrate nel paesaggio tanto da diventarne parte.
Ma nel mio viaggiare per il mondo ho vissuto altri incontri, quelli con l’uomo. Ho assistito a feste e cerimonie coinvolgenti e misteriose. Sono stata spettatrice di riti che mi hanno quasi sconvolto per la suggestione e l’intensità. Come quando da un bosco, nascosto tra i templi di Kyoto, giunse, inaspettato, un corteo che pareva uscito dal passato: decine di persone – notabili o sacerdoti - sfilavano in processione, indossando i costumi dell’epoca Edo: una visione suggestiva, fuori dal tempo.
O quando, un giorno di non molto tempo fa, ero a Melbourne, su un tram, e davanti a me si è seduto un papà con la sua bambina.
Tra le mie meraviglie ci sono le scuole, quelle dove nessun regolamento ostacola il mio ingresso, come avverrebbe invece nelle scuole di città, ma dove invece sono accolta con curiosità ed eccitazione. Sono piccole scuole di terra, in muratura, in paglia o in adobe, a volte sono scuole senza scuola. Entro in punta di piedi, per non disturbare l’atmosfera. Mi accoccolo in un angolo e scambio con i bambini parole mute e grandi sorrisi: momenti intensi, meravigliosi.